Ein Projekt des Schweizerischen Gemeindeverbands.
Un projet de l’Association des Communes Suisses.
Un progetto dell’Associazione dei Comuni Svizzeri.

Approfondimento: Partecipazione dei bambini e dei giovani

18.05.2020

Quali sono le possibilità di partecipazione di bambini e giovani alla politica e alla società? Quale importanza viene data al loro coinvolgimento e quale peso alla loro voce, in generale e negli ambiti che li riguardano direttamente? E quindi, come si può promuovere e migliorare la partecipazione di bambini e giovani? A queste ed altre domande è dedicata la prossima rubrica tematica di in comune.


«La partecipazione dei bambini è una lezione anche per gli adulti che, ascoltando le opinioni dei più piccoli, possono imparare a considerarli non più “cittadini del futuro”, bensì soggetti politici del presente, in grado di influenzare e migliorare la società. Quando interpellati, i bambini e le bambine esprimono un punto di vista diverso da quello dei grandi su come dovrebbe essere la realtà che li circonda e, come adulti, abbiamo la responsabilità e il dovere di ascoltarli.»

"Diritto alla partecipazione: la parola ai bambini!" della Fondazione ASPI


Secondo l’Ufficio federale di statistica, all’incirca un quinto della popolazione svizzera ha tra 0 e 19 anni ed appartiene quindi alla categoria “giovani” (dati 2019). La politica dell’infanzia e della gioventù dipende da diversi attori, ma è di principale responsabilità dei Cantoni e dei Comuni.

Quando si parla di partecipazione dei giovani, si pensa spesso in primo luogo alla partecipazione alla vita politica, conferita dalla maturità politica, che accorda il diritto di votare e di essere eletti. In Svizzera si può votare a livello federale a partire dai 18 anni di età (fino al 1991, la maturità politica si raggiungeva all'età di 20 anni). Per quanto riguarda le votazioni cantonali e comunali, ogni Cantone è in principio libero di abbassare questa soglia d’età. Attualmente, solo il Canton Glarona ha compiuto questo passo: dal 2007 i glaronesi possono votare dai 16 anni (diritto di elezione dai 18 anni). Proposte in tal senso sono state avanzate in diversi altri Cantoni – Vaud, Zurigo, Berna, Neuchâtel per citarne alcuni – senza però aver avuto finora lo stesso successo.

La questione suscita un acceso dibattito che offre interessanti spunti di riflessione sul funzionamento democratico. Così pure come sulla questione della condivisione delle responsabilità. Se, da un lato, viene spesso messo l’accento sulla scarsa partecipazione politica dei votanti più giovani, dall’altro, avvenimenti come le recenti dimostrazioni giovanili contro il cambiamento climatico possono essere lette come la volontà dei giovani di partecipare alla politica, esprimere la loro opinione ed assumere la loro parte di responsabilità.

L’educazione civica è fondamentale per la partecipazione politica e sociale dei futuri cittadini: il ruolo principale in questo ambito è affidato alla scuola, che deve fornire a bambini e giovani le nozioni di base dell’assetto politico ed istituzionale dello Stato.

I parlamenti dei giovani, già presentati anche in altre occasioni su in comune, che riflettono su una scala più piccola il parlamento degli adulti, rappresentano un’opportunità per i giovani di avvicinarsi alla politica. La Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani FSPG promuove la partecipazione politica dei giovani, ad esempio con il programma easyvote e il progetto engage.ch. La Sessione federale dei giovani, istituita nel 1991 e sostenuta dalla Confederazione in virtù della Legge sulla promozione delle attività giovanili extrascolastiche (LPAG), organizzata dalla Federazione Svizzera delle Associazioni Giovanili (FSAG), offre ogni anno a 200 giovani dai 14 ai 21 anni la possibilità di presentare le proprie richieste ai parlamentari nella cornice di Palazzo federale. Per i più piccoli esistono parlamenti dei bambini: un bell’esempio è fornito dalla Città di Berna, il cui parlamento dei bambini (dagli 8 ai 14 anni) si riunisce due volte all’anno.

Adottando la focale più ampia caratteristica di in comune ed andando al di là della partecipazione in ambito politico si può rilevare che sono numerose le modalità di coinvolgimento di giovani e bambini a livello comunale e cantonale, promosse da un gran numero di professionisti – responsabili e collaboratori dei servizi dell’infanzia e della gioventù, ricercatori, operatori sociali, fra gli altri.

Vanno citate anche le iniziative di associazioni ed organizzazioni di settore che promuovono la partecipazione dei minori. L’iniziativa per la distinzione «Comune amico dei bambini» dell’UNICEF, ad esempio, promuove processi volti a migliorare la vivibilità del Comune dal punto di vista dei bambini, sostenendo l’attuazione a livello comunale della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. L’art. 12 di questo importante documento, ratificato dalla Svizzera nel 1997, dichiara il diritto dei bambini di esprimere la propria opinione e di es¬sere ascoltati.

Ecco un principio di partecipazione: ascoltare e riconoscere il punto di vista dei bambini e dei giovani significa accordare loro il diritto di partecipare. Ciò implica anche concedere, e viceversa assumere, un certo grado di responsabilità, che può essere considerato un fattore di sviluppo della propria persona e della comprensione del proprio “posto” nella società.

In questa rubrica, grazie ai contributi di esperti del settore, sarà dato ampio spazio a riflessioni sul tema. Saranno presentati progetti destinati ai bambini la cui realizzazione è stata possibile prendendo in considerazione i loro punti di vista: non solo, integrandoli alle idee degli adulti per migliorare progetti futuri.

Auguriamo a tutti voi una piacevole lettura e ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa rubrica!

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Al fine di rendere la lettura più scorrevole nel testo è utilizzata unicamente la forma maschile.
 
 

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